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QUESITO 1: Riceviamo DCP su hard disk e memorie di vari formati. Esiste una specifica unica?

Domanda #1 – Molto spesso riceviamo DCP su hard disk e memorie di vari formati. Esiste una norma o una specifica che i distributori dovrebbero usare?

Risposta: Per prima cosa necessita definire la differenza tra contenuto e contenitore. Con il termine DCP molti lo identificano con l’hard drive. Errato! Il DCP non è altro che il film (contenuto) espresso in una serie di files di dati. Il DCP per poter essere praticamente usato da un operatore di una sala, deve essere trasportato con uso di un media. Il trasporto può avvenire via satellite, via cavo e, come avviene per la maggior parte dei casi, in un media fisico (contenitore) che è un hard disk.

Il DCP deve essere creato dal laboratorio di post-produzione nel rispetto degli standards internazionali SMPTE-DCP o nel rispetto delle prime specifiche Interop-DCP.  Nel caso di uso di media fisico (contenitore) per distribuire il DCP all’esercente, si devono rispettare le seguenti specifiche e caratteristiche.

Il DCP deve usare un CRU data port Hard Disk Drive. A sua volta questo CRU deve essere spedito usando un box/valigetta speciale come indicato nelle figure sotto riportate.

Il CRU usato fino ad ora era costituito da un Hard Disk Drive da 3.5” e che supportava anche interfacce eSATA e USB3/USB2.

Il miglioramento tecnologico ha comunque reso possibile la disponibilità di CRU data port Hard Disk Drive da 2.5” che supporta anche interfacce eSATA 6G e USB3/USB2. Questi CRU non hanno necessità di essere alimentati esternamente, sono di ridotte dimensioni riepetto al CRU 3.5” e cosa importante costano molto meno. Quindi un vantaggio per la distribuzione. Esistono anche adattatori per usare questi nuovi CRU 2.5” direttamente nei servers predisposti per CRU 3.5”. Quindi si consiglia agli esercenti di tenere sempre disponibile un adattatore da CRU 2.5” a CRU 3.5”. Il CRU 2.5” essendo molto più piccolo e pesante del CRU 3.5” può usare un box/valigetta di spedizione ridotta e dunque anche il costo di spedizione dal distributore all’esercente sarà ridotto.

Da notare che le società di post-produzione dovrebbero sapere alla perfezione come creare un DCP.

Ma in pratica, gli operatori ai sistemi di proiezione d-cinema scoprono sempre problemi che in molti casi, con la loro dedizione, riescono a risolvere. Ma non dovrebbe essere il loro compito. I DCPs devono essere creati secondo gli standards e devono essere controllati (Quality Control) prima di essere spediti agli esercenti.

Solo per informazione si indicano qui di seguito le specifiche cui le società di post-produzione devono rispettare nel creare i DCPs:

  • Il file format deve essere EXT3 Linux oppure EXT2 Linux.
  • Anche se alcuni servers sono in grado di riconoscere altri file formats quali NTFS, FAT32, EXT4, non si raccomanda di usare questi file formats. Quindi nel caso di problemi di ingest o gestione DCP al cinema, verificare con quale file formats il DCP è stato creato.
  • Apple file system non deve essere adoperato dalle società di post-produzione nel processo di creazione del DCP. Questa è anche una fonte di problemi non risolvibili dall’esercente.

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