VACCINI AL CINEMA? NO GRAZIE
23/11/2020
Usare cinema e teatri chiusi per la pandemia come luoghi in cui somministrare i vaccini? È la proposta avanzata dalla virologa Ilaria Capua in un intervento sul Corriere della Sera, spiegando che già ci sono le giuste modalità di ingresso, gli spazi e l'elettricità necessaria per i congelatori. A suo avviso è urgente comprendere che "stiamo per intraprendere, e non solo in Italia, la più grande e complicata campagna di vaccinazione mai affrontata dal genere umano. Esiste un problema reale di distribuzione e stoccaggio a basse temperature con delle notevoli complessità logistiche”.
Nei cinema e nei teatri “oggi vuoti vi è già una modalità di ingresso controllata con percorso a senso unico fino all'uscita. C'è l'elettricità sufficiente per un congelatore a meno 70 gradi ed altra strumentazione, ci sono i servizi, ci sono le vie di fuga. I vaccinandi potrebbero sedersi secondo uno schema che rispetti il distanziamento. Questi CineVax potrebbero anche poi essere usati per il recupero delle vaccinazioni pediatriche che sono saltate a causa dell'emergenza".
"Le sale cinematografiche sono votate allo spettacolo, la proposta di trasformarci in presidi sanitari ci ha spiazzato". Simone Gialdini, direttore generale ANEC, respinge al mittente l'idea. "Ci sembra un'ipotesi temporalmente catastrofista, perché per quando arriveranno i vaccini speriamo di aver superato la criticità dell'epidemia e di aver riaperto le sale" chiarisce, spiegando quindi che i cinema con i loro arredi e le poltroncine di velluto "richiederebbero interventi di tipo igienico-sanitario e una successiva riconversione all'attività cinematografica sicuramente complicati e dispendiosi. Ci sono caserme vuote e strutture pubbliche sicuramente più idonee alle vaccinazioni".
Per quanto riguarda il futuro delle sale, Gialdini guarda con speranza al prossimo dpcm: "Il periodo delle feste natalizie è cruciale per i fatturati degli esercenti e le sale sono sempre state dei luoghi sicuri”, precisa. “Speriamo che si creino le condizioni per poter riaprire, evitando però passi falsi che ci portino a successive chiusure".
(Agi)