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FRANCIA: IL TRIBUNALE REGIONALE DI PARIGI ORDINA IL BLOCCO DELL’ACCESSO A 16 SITI ILLECITI

17/12/2013

FRANCIA: IL TRIBUNALE REGIONALE DI PARIGI ORDINA IL BLOCCO DELL’ACCESSO A 16 SITI ILLECITI

Tra gli effetti dell’ordinanza, anche la rimozione dei siti dai risultati dei principali motori di ricerca

Il 28 novembre 2013 il Tribunale regionale di Parigi (Tribunal de Grande Instance) ha ordinato a tutti i principali Internet Service Provider francesi (Orange, Bouygues Telecom, NC Numéricable, Free, SFR e Darty Telecom) di bloccare l'accesso a 16 siti responsabili di violazione del copyright sul web.

Tra gli effetti dell’ordinanza, la richiesta a tutti i principali motori di ricerca francesi (Google Inc., Google France, Microsoft Inc., Microsoft France, Yahoo! Inc., Yahoo! France Holdings e Orange) di rimuovere dai risultati i siti illeciti.

L’importanza di questo provvedimento ha una doppia valenza in termini di giurisprudenza comunitaria: rispetto al blocco dell’accesso ai siti illeciti, seppure ancora impugnabile, conferma quanto già emerso da interventi simili in altri stati europei. In merito invece al coinvolgimento dei motori di ricerca si tratta di un precedente importante che per la prima volta riconosce questi soggetti nel ruolo di “intermediario” ai sensi dell’articolo 8.3 della Direttiva Europea sul Copyright. La Corte, nello specifico, ha tenuto a sottolineare l’importanza del loro ruolo  in quanto cruciali per la diffusione di contenuti illeciti e per questo fondamentali, insieme al provvedimento di blocco dell’accesso, per un’efficace attività di contrasto.

L’iniziativa era stata avviata nel dicembre 2011 a seguito di una richiesta di rimozione dai risultati dei motori di ricerca dei siti Allostreaming, Fifostream e DPstream ed altri ad essi collegati. Ad accusarli di violazione della proprietà intellettuale erano state l'Association des Producteurs de Cinéma (APC), la Fédération Nationale des Distributeurs de Films (FNDF) e il Syndicat de l'Edition Vidéo Numérique (SEVN) a cui si sono poi aggiunte l'Union of Film Producers (UPF) e l'Union of Independent Producers (SPI).

Nel corso del procedimento le parti sono riuscite a dimostrare alla Corte come i siti in questione erano dediti, quasi esclusivamente, ad attività illegali in violazione del Copyright.

Per gli aventi diritto, l’unico elemento avverso è relativo ai costi: il Giudice ha difatti disposto come le spese per l’implementazione delle misure siano a carico loro.

In merito all’inizio dell’efficacia del provvedimento (durata prevista: 12 mesi), gli ISP e i motori di ricerca avranno 15 giorni di tempo a partire dalla notifica ufficiale dell’ordinanza per porre in essere le misure necessarie.

 

 

 

 

Articolo “Key4Biz” – 29 novembre 2013